TGIF – Book Whispers #70: I libri consigliati di questa settimana

Giuro solennemente di avere buoni consigli…

La settimana ricca di impegni si è conclusa, ma i consigli non sono mai abbastanza. Questa volta ve ne porto tre totalmente opposti, opere che grazie alle loro storie si sono distinte per la caratterizzazione dei personaggi e della trama stessa. Pronti per il Book Whispers?

Il fiore e le spade di Alfred Mason

Pagine: 352

1718. Clementina Sobieska, figlia del principe di Polonia, è promessa sposa di Giacomo Stuart, il “principe esiliato”, che con questa unione formerebbe in Europa un partito a lui favorevole. A impedire le nozze interviene l’imperatore Carlo VI d’Asburgo che, sotto consiglio di Re Giorgio I di Gran Bretagna, fa rapire Clementina per confinarla in un castello a Innsbruck.
Ma il nobile Carlo Wogan, fedelissimo dello Stuart, non si arrende
a che la Storia non si compia: Clementina deve sposare il principe, lei è nata per essere regina. Wogan si impegna in prima persona a che questo avvenga e promette di liberare la Principessa.
L’impresa, però, è troppo ardua per una sola persona, e Wogan ha bisogno dei suoi amici, pochi ma fidati, il fior fiore dell’Irlanda, tre ufficiali del Dilon’s Iris Regiment.
A bordo di una berlina, al pari dei protagonisti, si viaggia in un romanzo storico ricco di avventure e colpi di scena da vivere avvolti in un mantello e armati di spade, sempre col fiato sospeso, pronti a destreggiarsi tra inganni e verità, favole e sogni.
Su tutto sembra prevalere una sola parola: l’onore. Ma si è davvero pronti a sacrificare tutto per l’onore?

“Vi sono due persone male sposate“, aveva detto, e gli eventi le diedero ragione.

Quando penso al genere cappa e spada mi vengono subito in mente Zorro, I tre moschettieri o Robin Hood, tutte storie d’avventura e ricche di situazioni virili, conflittuali, in cui si mette in gioco non solo la propria vita ma anche il proprio nome pur di difendere una certa causa, che si tratti del re, di una damigella o addirittura del popolo, niente può fermare la ferrea volontà dei protagonisti che instillano tutto il loro fervore in una prorompente carica. Ritrovare tutto questo nel romanzo di Mason è stato come tornare indietro nel tempo, rivivere un periodo storico ormai quasi dimenticato e che in tutti noi evoca quell’immagine della lotta, del bene contro il male che metteva in gioco tutto, diventando il mezzo per raccontare un disagio un po’ più profondo, quello della società sbagliata e della volontà degli oppressi di riscattarsi dalle angherie dei loro oppressori.

Carlo Wogan infatti incarna i tratti tipici dei protagonisti di questo genere di romanzo. È perspicace, carismatico, capace di attrarre le folle con il suo magnetismo, e come i suoi simili riesce sempre a trovare un modo per scampare alle situazioni peggiori, infondendo coraggio in chi legge attraverso le sue gesta, ma non è immune ai sentimenti, incognita che provocherà in lui una forte scissione fra ciò che è giusto e ciò che desidera realmente. Si sa, al cuor non si comanda, impugnare la spada significa anche questo, sacrificio, mettere da parte se stessi per una causa più grande.

Morgana di Stéphane Fert e Simon Kansara

Pagine: 144

Gli autori decidono di rovesciare la leggendaria Tavola Rotonda, dando vita a un racconto femminista in cui la fata Morgana afferra la spada contro i rappresentanti dell’ordine stabilito. Privata del suo destino di regina, la sorellastra di Re Artù diventa la fata Morgana e si oppone alla tirannia della Tavola Rotonda e alle manipolazioni di Merlino. Spaventata dal mago che ha giocato con la sua vita fin dalla sua prima infanzia, Morgana dà libero sfogo alla sua rabbia contro tutti: il suo ex insegnante, gli uomini e il loro nuovo dio.

Stéphane Fert e Simon Kansara riescono a caratterizzare Morgana alla perfezione, sia nella storia che nei disegni, portando così alla nostra attenzione una storia di riscatto, rancore e vendetta, il desiderio di una donna di avere il suo posto nella storia. Morgana è un personaggio dinamico che mostra la sua ambizione, come la sua forza, l’orrore che diventa e persino il suo lato più vulnerabile. Tutto questo ci viene mostrato attraverso disegni espressivi e cupi, che esaltano grandemente i colori vivaci, quando ci sono, e creano un contrasto che rende al massimo il concetto di buono e cattivo che si alterna durante tutta la storia. Le linee sono veloci,quasi gestuali, come se volessero esprimere ciò che provava Stéphane Fert nel momento in cui le tracciava, un disegno facilmente riconoscibile dai più giovani ma allo stesso tempo capace di affascinare anche gli adulti.

Morgana è un gioco di luci e ombre, una eterna lotta fra il bene e il male e fra fratello e sorella, due della stessa medaglia manipolate da qualcuno più in alto di tutti noi.

Il traditore della mafia di Vito Bruschini

Pagine: 280
Il maxi processo di Palermo si conclude con 19 ergastoli e oltre 2665 anni di condanna alla detenzione. Alla base del gigantesco dispositivo giudiziario per la prima volta apertamente in lotta contro Cosa Nostra, ci sono le rivelazioni di un solo uomo. Questa è la storia del boss pentito più famoso al mondo: Tommy Branciforte. La sua testimonianza ha la forza dirompente di una bomba atomica all’interno dell’organizzazione mafiosa, ormai completamente nelle mani degli stragisti corleonesi, colpevoli – secondo Branciforte – di aver tradito lo “spirito” mafioso. Dopo che i suoi familiari vengono massacrati, Tommy sceglie di mettersi nelle mani di un magistrato, svelandogli la complessa struttura della cupola e profetizzando la morte dello stesso giudice. Questo romanzo traccia un ritratto vivido e originale del protagonista, perché lo ritrae nella vita quotidiana, sia nelle sue vesti di boss che in quelle di marito, amante e padre. Il tradimento di Tommy Branciforte non verrà mai dimenticato e una caccia spietata e instancabile lo perseguiterà fino alla fine dei suoi giorni.
«Prima mi chiamavano “il Pacificatore”, poi sono diventato per tutti “il Traditore”.»

Vi avevo già parlato di Rapimento e riscatto , uno dei rapimenti più famosi della storia, trasposto con maestria sulla carta da Vito Bruschini. L’anno scorso poi è toccato a “Miserere. Attentato in Vaticano”, romanzo che mi ha catturata per la storia e il modo con cui l’autore ha scelto di raccontare una vicenda complessa, la difficile vita di un sicario e dell’ingrato compito che doveva portare a termine. Non c’è due senza tre, si suol dire, ed è per questo motivo che oggi parlare nuovamente di Bruschini è un piacere. 

Romanzo dopo romanzo è diventato una certezza, la consapevolezza che non importa cosa scelga di raccontare l’importante è che lo faccia perché il risultato sarà sempre lo stesso: volente o nolente si finirà per perdersi tra le pagine, tornando indietro nel tempo, fermandosi al preciso istante in cui tutto ha inizio, a quel respiro che separa un cecchino dal suo bersaglio o una voce che come un nastro parte, si diffonde nella stanza, e racconta di quanto temibile fosse la mafia nella speranza di liberarsi dal peso che ormai aveva corroso un uomo tanto da portarlo dall’altra parte, a temere le conseguenze che avrebbero portato con sè le sue parole. Questo è “Il traditore della mafia”. 

Ho avuto come la sensazione di trovarmi in una stanza spoglia, dove al centro c’era solo un tavolo con una sedie e un vecchio registratore. Non ho resistito a premere sul pulsante “play” per far partire la registrazione all’interno ed è lì che è cominciato il mio viaggio verso Cosa Nostra, partendo dalle origini, dal vero significato di mafia e dai suoi due pilastri, il silenzio e l’omertà che reggevano un mondo che ha finito per corrodere ciò che aveva attorno, lasciando soltanto terra bruciata e una scia di sangue.

Per questo appuntamento è tutto! Ricordate di passare da Bookspedia per scoprire i titoli consigliati da Sara.
Alla prossima!

 

 

 

 

 

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